Il termine “vaccino” significa “della vacca”. Per sapere cosa abbiano a che fare le vacche con i vaccini ci affidiamo alle indagini di Anna N., Gabriele, Gaia, Giorgia, Matteo, Mattia e Sara
Nel ‘700 in Europa era molto diffuso il vaiolo. Il vaiolo era una malattia molto grave: ogni anno nel nostro continente provocava la morte più di mezzo milione di persone. Chi sopravviveva rimaneva deturpato dalle cicatrici lasciate dalle pustole che comparivano sul corpo durante la terribile malattia, inoltre l’infezione degli occhi portava a diventare ciechi.
Anche le mucche potevano ammalarsi di una forma di vaiolo, con pustole simili a quelle prodotte dal vaiolo umano. Il medico inglese Jenner aveva notato che i contadini che contraevano il “vaiolo vaccino” si ammalavano in forma lieve, guarivano in poco tempo ed erano poi immuni dal vaiolo vero e proprio. Allora pensò di sfruttare questa caratteristica del vaiolo vaccino per proteggere le persone: prelevò del materiale purulento dalle pustole di una mungitrice affetta da vaiolo vaccino e iniettò questo materiale nel braccio di un bambino. Sei settimane più tardi infettò il bambino con il virus del vaiolo umano. Il bambino non si ammalò! Era stato reso immune grazie al vaiolo vaccino: era stato VACCINATO.
Il metodo di Jenner, usato per la prima volta nel 1796, ebbe un’ampia diffusione e in poco tempo sempre più persone furono vaccinate in tutta Europa e poi anche nel resto del mondo. Nel 1979 l’OMS dichiarò che il vaiolo era stato sconfitto in tutto il mondo.
In seguito furono sviluppate tecniche simili per proteggere da altre malattie infettive: per tutte è stato conservato il termine “vaccinazione”, anche se le vacche ormai non c'entravano più.
lunedì 18 gennaio 2010
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